CINEMA: Santocielo [Recensione]

Il film “Santocielo,” diretto da Francesco Amato e scritto da Valentino Picone e Salvo Ficarra, è una commedia natalizia che esplora temi come la fede, la religione, e i pregiudizi in modo dissacrante.

La trama ruota attorno a un Paradiso in tumulto, dove Dio e gli angeli discutono del destino dell’umanità, che sembra essere giunta al fondo a causa di guerre, fanatismo e avidità. Per risolvere la situazione, dopo varie discussioni, si propone un nuovo Messia, e l’angelo Aristide (interpretato da Picone) viene incaricato di fare l’annunciazione. Tuttavia, le cose prendono una piega inaspettata quando Aristide, sbarcato sulla Terra, ingravida per errore un uomo di nome Nicola Balistreri (interpretato da Ficarra), un professore bigotto in un liceo cattolico.

Il film affronta con rispetto e senso dell’umorismo il tema della religione, criticando il suo uso distorto e il legame con i pregiudizi. Santocielo si propone di mostrare che la fede dovrebbe essere un legame astratto che ci aiuta a sentirsi meno soli in un mondo complesso. Suor Luisa, un personaggio chiave, sostiene che pregare serve a far star bene noi stessi, indipendentemente dall’ascolto divino. Il film usa l’umorismo dissacrante di Ficarra e Picone per smontare i pregiudizi, specialmente attraverso la trama stravagante di un uomo incinto, Nicola, costretto a riconsiderare le sue convinzioni bigotte.

La commedia intelligente di Ficarra e Picone si serve di situazioni improbabili ed equivoche per raccontare il mondo contemporaneo, evidenziando le contraddizioni e le storture sociali. Il film critica l’influenza dei pregiudizi altrui sulle nostre scelte e dimostra come il vero amore e la comprensione possano superare le barriere mentali.

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