Suburræterna, il sequel di Suburra. Recensione
La serie “Suburræterna” è stata recentemente aggiunta su Netflix come sequel di “Suburra“, continuando la storia di Spadino, Cinaglia e altri tre anni dopo gli eventi della terza stagione della serie originale.
Senza la presenza di Alessandro Borghi e Francesco Acquaroli,che hanno fatto le fortune del precedente arco narrativo, la nuova serie si basa principalmente su Giacomo Ferrara e Filippo Nigro per portare avanti la trama.
Il Cast
- Giacomo Ferrara: Alberto Anacleti
- Filippo Nigro: Amedeo Cinaglia
- Carlotta Antonelli: Angelica Sale
- Federica Sabatini: Nadia Gravone
- Marlon Joubert: Damiano Luciani
- Aliosha Massine: Ercole Bonatesta
- Federigo Ceci: Armando Tronto
- Alberto Cracco: Fiorenzo Nascari
- Giorgia Spinelli: Miriana Murtas
- Yamina Birmi: Giulia Luciani
- Morris Sarra: Cesare Luciani
- Gabriele Di Stadio: Victor Anacleti
Trama
La storia si svolge con Spadino in Germania insieme al compagno Mesut, mentre Cinaglia diventa una figura di spicco nella politica di Roma, soppiantando Samurai. Tuttavia, Spadino è costretto a tornare quando i discendenti della famiglia Sinti Luciani, sterminata 20 anni prima, cercano vendetta uccidendo i suoi parenti, incluso sua madre Adelaide.
Recensione
“Suburræterna” è un progetto ambizioso che cerca di mantenere l’appeal di “Suburra” raccontando la continua storia della malavita romana. Tuttavia, utilizzando tropi archi narrativi già presenti nella serie madre, la sensazione di déjà vu è evidente. La trama ruota attorno alla costruzione di un nuovo stadio, utilizzando fondi vaticani e coinvolgendo tradimenti tra le famiglie, ma questa scelta tematica sembra ripetitiva.
Gli sviluppi passati tra Luciani ed Anacleti sono interessanti, così come le lotte interne alla comunità Sinti, ma la loro rilevanza non era così evidente nelle prime tre stagioni di “Suburra”. La trama intricata, piena di tradimenti e colpi di scena, è eccessiva e poco contributiva, lasciando lo spettatore insoddisfatto.
Sebbene gli attori vadano elogiati, va sottolineato come i nuovi personaggi mancano del carisma degli originali come Aureliano e Samurai. Anche il personaggio di Spadino è meno affascinante rispetto alle prime tre stagioni. Un’eccezione positiva è il Cardinale Armando Tronto, il miglior nuovo personaggio con una trama interessante e un’interpretazione superba.
Conclusioni
La scelta di concentrarsi solo sulla malavita romana dal punto di vista Sinti è comprensibile, ma questa scelta potrebbe limitare le possibilità di sviluppi narrativi, trascurando ad esempio la vastità di Roma.
In conclusione, “Suburræterna” è una buona serie che cattura l’atmosfera di “Suburra“, ma con scelte di sceneggiatura discutibili e personaggi meno coinvolgenti, lasciando una sensazione di opportunità sprecata.
Speriamo che gli errori commessi in questa prima stagione siano compresi e “aggiustati” in vista di una seconda stagione che ha tutte le premesse per riaccendere l’entusiamo dello spettatore.