NETLIX: Una famiglia quasi normale, Recensione

In “Una famiglia quasi normale,” il bestseller dello scrittore svedese Mattias Evardsson trova vita in una miniserie televisiva su Netflix, composta da 6 episodi di circa 45 minuti ciascuno.

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TRAMA

La trama ruota attorno ai Sandell, una famiglia apparentemente perfetta con una casa elegante a Lund, una figlia di nome Stella e genitori rispettabili: Ulrika, un’avvocata esperta, e Adam, un pastore della Chiesa di Svezia. Tuttavia, la tranquillità della loro vita viene sconvolta quando Stella, durante un ritiro sportivo, subisce uno stupro da parte dell’assistente del coach.

In seguito a questo traumatico evento, i genitori decidono di non denunciare la violenza per proteggere Stella da un processo che sembrerebbe impossibile vincere senza prove. Quattro anni dopo, la famiglia affronta una nuova crisi quando Stella, festeggiando il suo diciannovesimo compleanno, si innamora di un misterioso trentenne, Chris Olsen. Dopo qualche tempo, l’uomo viene trovato morto, e Stella viene accusata di omicidio.

La famiglia, conta solo la famiglia

La serie esplora il difficile rapporto genitori-figli, la violenza di genere e le ingiustizie giudiziarie. Affronta temi universali e attuali, come tradimenti, fede, elaborazione del dolore e la difficoltà di fare la cosa giusta. La trama si sviluppa in una rete di bugie e inganni, con Ulrika e Adam che fanno di tutto per liberare Stella, coinvolgendosi in un mondo di intrighi.

Nonostante la prevedibilità e l’assenza di particolare maestria registica, la forza della serie risiede nella sua profondità familiare e nell’attenzione alla psicologia dei personaggi. Il pubblico è attratto dalla storia di una famiglia “normale” travolta da ingiustizie sociali e scelte sbagliate. La verità dietro le bugie e le omissioni tiene gli spettatori incollati allo schermo, mentre la serie dà voce a molte donne nel mondo vittime di violenza. Oltre al racconto, la serie si distingue per la caratterizzazione psicologica dei personaggi, che vengono presentati con le loro emozioni forti e sofferenti.

Conclusioni

“Una famiglia quasi normale” si configura come un coinvolgente thriller che, nonostante la sua prevedibilità, si inserisce con forza nel catalogo Netflix dedicato ai prodotti del Nord Europa, arricchendo la piattaforma con un racconto appassionante e dalle nobili intenzioni.

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